In riferimento all’articolo (a lato) apparso a pagina 38 del quotidiano L’Eco di Bergamo del 26 agosto 2015, l’Associazione Volontari dell’Adda desidera precisare quanto segue:
L’articolo intervista redatto da Angelo Monzani al Sindaco di Villa d’Adda Gianfranco Biffi contiene alcune inesattezze, probabilmente dovute al fatto che nessun referente dell’Associazione Volontari dell’Adda è stato preventivamente informato della stesura dell’articolo e senza quindi possibilità di precisare direttamente al cronista le questioni senza alcun contraddittorio.
In primo luogo al momento dell’uscita dell’articolo non è ancora stata siglata nessuna convenzione tra Comune ed Associazione, esiste però tuttavia una bozza già approvata dalla giunta di Villa d’Adda ma in questi giorni al vaglio delle autorità per ottenerne il “via libera”.
La bozza di convenzione non prevede una calendarizzazione fissa delle attività che l’Associazione dovrà svolgere né limitazioni di orari, il rapporto di collaborazione con l’amministrazione sarà costante ma in virtù delle disponibilità dei volontari e dell’Associazione.
l’Associazione Volontari dell’Adda onlus, che lo ricordiamo, si occupa prevalentemente di Protezione Civile, andrà a svolgere in collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Villa d’Adda, quelle che sono le attività di Protezione Civile espressamente indicate dalle leggi vigenti in materia, a partire dalla legge 225/1992 che prevede oltre al soccorso e alle attività volte al superamento dell’emergenza, anche la previsione e la prevenzione, quindi individuare i rischi presenti sul territorio e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare o ridurre al minimo la possibilità che le calamità naturali provochino danni a persone e cose.
E’ con questo spirito e con queste modalità che i volontari dell’Associazione Volontari dell’Adda “monitoreranno” il territorio di Villa d’Adda per prevenire ed all’occorrenza intervenire in caso ad esempio di dissesto idrogeologico ed altre problematiche che si potranno riscontrare.
Quindi il “monitoraggio del territorio” che i volontari andranno a svolgere con i propri mezzi e le proprie attrezzature, non sarà finalizzato (come erroneamente riportato nell’articolo), per prevenire quei fenomeni di spaccio o microcriminalità che possono verificarsi sul territorio, in altre parole non sarà una “ronda”.
Và da sé che la presenza di volontari e mezzi sul territorio sia un naturale “deterrente” per quei fenomeni di cui sopra, ma ne è un effetto e non lo scopo.
Qualora i volontari durante l’espletamento delle loro attività dovessero imbattersi in situazioni di microcriminalità, esattamente come qualsiasi cittadini, provvederanno ad allertare le forze dell’ordine e gli enti preposti, fornendo loro la propria assistenza e collaborazione se questa espressamente richiesta dagli stessi.